L’arto
superiore è composto
dalla spalla, dal braccio, dall’avambraccio
e dalla mano.
Tutti questi segmenti corporei
si articolano tra di loro in modo tale da
permettere alla mano un’ampia libertà
di movimenti nei confronti del corpo e del
mondo circostante. E’ grazie alla
presenza dell’arto superiore che la
mano può svolgere tutte le attività
di cui è protagonista nella nostra
vita.
Come è importante la
funzionalità della mano per lo svolgimento
delle normali attività quotidiane
è altrettanto importante l’intera
struttura che la supporta e senza la quale
avrebbe una scarsissima funzionalità.
La presenza di lesioni a carico di uno dei
quattro elementi che compongono l’arto
superiore può essere particolarmente
invalidante andando a limitarne la funzione.
La maggior
parte delle lesioni che colpiscono l’arto
superiore sono di origine traumatica. Altre
volte bisogna affrontare lesioni di tipo
congenito o di tipo oncologico.
Il chirurgo
plastico interviene in collaborazione con
il chirurgo ortopedico, con il chirurgo
oncologo, con il chirurgo vascolare per
ripristinare una copertura adeguata alle
strutture anatomiche ossee e muscolari esposte,
per ripristinare una continuità ai
rami nervosi e vascolari eventualmente danneggiati,
per colmare perdite di tessuto osseo laddove
presenti.
La particolarità
del chirurgo plastico è comunque
quella di avere le competenze necessarie
per stabilire il tipo di copertura necessaria
in funzione del tipo di lesione e della
sede della lesione.
SUTURA
DIRETTA. In alcuni casi
è sufficiente la sutura diretta della
lesione. Si tratta dei casi in cui la ferita
è lineare e non si sono verificate
perdite di sostanza cutanea. Per questa
procedura spesso è necessaria una
semplice anestesia locale per le ferite
poco estese, altrimenti si effettuerà
un’anestesia loco regionale che rende
insensibile tutto l’arto superiore.
Questo tipo di anestesia permette al contempo
di esplorare i tessuti posti in piani più
profondi e di eseguire riparazioni dei tendini,
dei muscoli e degli assi vascolo-nervosi.
GUARIGIONE
GUIDATA. In altri si può
ottenere la guarigione pilotata della lesione.
Le ferite superficiali e/o contaminate da
corpi estranei e/o potenzialmente infette
possono rappresentare in alcuni casi una
controindicazione alla copertura e la sutura
diretta. A seconda dei casi mediante ricovero
o mediante visite periodiche in ambulatorio
si procede alla detersione e disinfezione
dei tessuti lesionati per guidarne la guarigione
spontanea.
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INNESTI CUTANEI.
In altri ancora è opportuno applicare
un innesto cutaneo. Per lesioni estese ma
non troppo profonde, senza esposizione ossea,
tendinea o di tronchi vascolo nervosi, in
cui non siano presenti segni macroscopici
di contaminazione e di infezione l’innesto
cutaneo rappresenta una copertura valida
ed economica dal punto di vista estetico
e funzionale. L’innesto cutanei consiste
nel trasferimento della sola cute senza
connessioni vascolari da una sede ad un'altra.
L’innesto può essere prelevato
a spessore parziale: in questo caso la cute
prelevata è costituita dell’epidermide
e della parte più superficiale del
derma.
L’area di prelievo guarisce
in circa 10-15 giorni e può essere
particolarmente estesa. La sua superficie
coprente può essere aumentata grazie
ad un amplificatore di innesti cutanei.
Se l’area da ricostruire è
di dimensioni limitate e ben vascolarizzata
l’innesto può essere prelevato
a tutto spessore (ovvero epidermide e tutto
il derma). Questo garantisce un maggior
spessore della cute e quindi un miglior
effetto cosmetico nel tempo. L’area
di prelievo può essere suturata direttamente
lasciando come residuo una cicatrice lineare.
Le sede di prelievo di questi innesti è
solitamente una piega cutanea dove la cicatrice
si può facilmente nascondere: ascella,
cavo del gomito, piega del polso, piega
inguinale.
Dopo circa 10-12 giorni l’innesto
si è completamente integrato nella
sede ricevente.
LEMBI.
In altri casi più complessi dove
vi è esposizione di strutture
tendinee, ossee, di assi vascolo-nervosi
è invece opportuno allestire
dei lembi. I lembi possono essere dei
semplici lembi locali, possono essere
dei lembi ad isola oppure sono lembi
trasferiti in sede di lesione mediante
tecniche microchirurgiche.
Il lembo è il trasferimento
di un tessuto dotato di un peduncolo
da cui riceva sangue che gli consenta
di sopravvivere.
I lembi locali vengono
impiegati per piccole perdite di sostanza
cutanea. Vengono allestiti senza la
reale consapevolezza della presenza
di un’asse vascolare al loro interno.
È per questo che presentano delle
precise limitazioni dimensionali. |
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I lembi
ad isola invece rispondono
ad identificate aree cutanee che sopravvivono
grazie alla presenza di assi vascolari individuati.
Per questo motivo è possibile isolare
un’isola di cute con l’asse
vascolare che ne garantisca la sopravvivenza
e trasferirla nella sede ricevente da ricostruire.
La sede di prelievo a seconda delle dimensioni
dell’isola cutanea può essere
suturata o coperta con un innesto.
I lembi microchirurgici
sono dei veri è propri trapianti
da una sede all’altra dello stesso
individuo. Si preleva un tessuto dotato
di un asse vascolare. Lo si trapianta nella
sede da ricostruire.
La sopravvivenza del trapianto è
garantita dalla sutura microchirurgica dell’asse
vascolare del lembo con un esse vascolare
presente nella sede ricevente.
Le lesioni complesse
dell’arto superiore spesso presentano
danni a carico di molti tessuti. Per cui
ci si trova di fronte alla necessità
di un approccio multidisciplinare. La presenza
di fratture a carico di omero, radio, ulna,
ecc… rende necessario l’intervento
dell’ortopedico. La presenza di interruzione
di assi nervosi (nervo mediano, nervo radiale,
nervo ulnare) rende necessaria la sutura
microchirurgica dei monconi nervosi. Se
presente l’interruzione degli assi
vascolari che garantiscono la sopravvivenza
dell’arto superiori ore è necessaria,
in urgenza, la rivascolarizzazione mediante
sutura microchirurgica.
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