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ASPORTAZIONE DI NEOFORMAZIONI CUTANEE

CORREZIONE DI CICATRICI

ONICO-PLASTICHE


   ASPORTAZIONE DI NEOFORMAZIONI CUTANEE

   La maggior parte delle neoformazioni cutanee può essere asportata in anestesia locale.

   Il regime è quindi ambulatoriale o day hospital per casi particolari.

   Le neoformazioni cutanee possono essere asportate per motivi estetici - fibromi penduli, cisti sebacee, cheratosi seborroiche o nevi dall’aspetto benigno - o per motivi oncologici, epiteliomi o nevi atipici.

   La chirurgia plastica affronta il duplice aspetto di questo tipo di affezioni dermatologiche: la sicurezza della radicalità ed il minor esito cicatriziale possibile.

SHAVING
Per shaving si intende l’asportazione della neoformazione parallelamente al piano cutaneo.
Questo tipo di procedura permette di asportare piccole lesioni superficiali, come le cheratosi seborroiche o i piccoli fibromi.
L’area sottoposta al’intervento non necessita di punti di sutura ma andrà in contro a guarigione per riepitelizzazione in circa 10 giorni senza residui cicatriziali evidenti. E’ possibile eseguire l’esame istologico.


EXERESI CHIRURGICA SEMPLICE

Per le altre lesioni cutanee, pigmentate o di natura da definire, è sempre preferibile asportare una losanga di cute a tutto spessore che comprenda la neoformazione.

  Questo permette di procedere con sicurezza oncologica al prezzo di una ferita lineare.
   È prerogativa del chirurgo plastico la scelta della sede di incisione, dell’orientamento dell’incisione, della scelta del tipo di sutura e del tipo dei materiali di sutura più idonei alla formazione di una cicatrice meno evidente possibile.

  Nella maggior parte dei casi viene richiesto un esame istologico del pezzo per indagare la natura della lesione e per avere la certezza di radicalità.

   In seguito la cura per la cicatrice con massaggi e protezioni solari farà permetterà di rendere sempre meno evidente la cicatrice residua.


EXERESI CHIRURGICA E RICOSTRUZIONE

  Non sempre è possibile praticare l’asportazione di una neoformazione in modo semplice.
   La dimensione e la sede della neoformazione possono rendere necessari altri tipi di soluzioni.

   Tali sistemi si rendono opportuni, ad esempio quando l’area di demolizione è ampia e/o si trova localizzata in regioni dove la trazione, prodotta per suturare direttamente la ferita, determina la loro distorsione con sequele antiestetiche oltre che deficit funzionali.

Innesti cutanei.
   In alcuni casi, soprattutto per pazienti anziani, per particolari regioni, per motivi di sicurezza oncologica, è possibile prelevare una quantità sufficiente di pelle a ricostruire la sede sottoposta a demolizione. Le sedi di prelievo sono diverse: la palpebra superiore, la regione sovraclaveare, la regione ascellare, la regione inguinale, ecc…

   Tale intervento può essere eseguito in anestesia locale ed eventuale sedazione in regime day hospital.
   La pelle innestata richiede circa 10 giorni per un attecchimento definitivo.

   I residui cicatriziali possono essere più o meno visibili a seconda dell’età, della sede e dello spessore dell’innesto.

   La sede di prelievo solitamente ha residui cicatriziali trascurabili.


 

Lembi cutanei
    I lembi cutanei rappresentano una validissima soluzione per le ricostruzioni delle sub-unità estetiche del volto.
  
    Con il termine lembo si indica un vero e proprio trapianto di pelle da una sede donatrice verso una sede ricevente da ricostruire. A differenza dell’innesto il lembo rimane collegato alla sede donatrice mediante un lato (peduncolo) dal quale riceve l’irrorazione sanguigna.

   Ciò permette di eseguire ricostruzione con una maggiore valenza estetica perché la cute è più spessa, ha un aspetto simile alla sede da ricostruire, ha meno tendenza alle retrazioni cicatriziali che sul volto, oltre che determinare un maggiore impatto estetico, possono essere responsabili di deficit funzionali come ad esempio la difficoltà alla chiusura della palpebra.

   Esistono svariati lembi nell’arsenale terapeutico del chirurgo plastico. La scelta di uno piuttosto che di un altro sarà determinata dalla dimensione e dalla sede della regione da ricostruire.

   Per l’angolo interno della regione orbitaria viene proposto qui a fianco un lembo la cui vascolarizzazione è garantita da un peduncolo sottocutaneo.


 

Espansione cutanea
    Tale procedura si esegue in due tempi chirurgici (inserimento dell’espansore e rimozione con impiego di lembo espanso) e a seconda delle dimensioni delle lesioni in più cicli.

    L'’anestesia preferibilmente è generale.
    In media la degenza in ospedale è di due giorni

    Quando ci si trova di fronte a nevi congeniti presenti dalla nascita, o ad altre lesioni cutanee come le cicatrici da ustione, troppo estesi per poter essere asportati chirurgicamente con successiva sutura diretta, o in particolari sedi dove innesti produrrebbero scarsissimi risultati estetici e i lembi non troverebbero indicazione per la loro limitata estensione e per il residuo cicatriziale nella sede di prelievo, una valida alternativa è rappresentata dalla tecnica dell’espansione cutanea.

    Tale tecnica eseguita in anestesia generale consiste nell’impianto sotto-cute di espansori, ovvero palloncini in silicone, dotati di valvole anch’esse posizionate sotto la cute.

   Gradualmente gli espansori vengono gonfiati di soluzione salina pungendo le valvole.

    La cute distesa potrà essere impiegata in una fase successiva per andare a ricoprire le aree sottoposte ad escissione chirurgica dei suddetti nevi o cicatrici.

   Il vantaggio offerto dall’espansione cutanea: impiego di cute simile a quella da ricostruire perché limitrofa, limitazione dei residui cicatriziali nella sede di prelievo dei lembi espansi.



 

   CORREZIONE DI CICATRICI

   Attualmente le cicatrici possono essere trattate con terapia medica o terapia chirurgica. I massaggi, i cerotti in silicone e le infiltrazioni di cortisone rappresentano le soluzioni meno invasive.

   Nel caso di cicatrici particolarmente deturpanti e limitanti sul piano funzionale si può procedere a seconda dei casi all’asportazione semplice, all’interruzione della forza retraente mediante Z-plastiche, alla escissione in uno o più tempi associata all’espansione tessutale, all’impiego di innesti adiposi secondo la tecnica della lipostruttura che conferisce la possibilità di riempire cicatrici depresse e di migliorare il trofismo tissutale.

 

    ONICO-PLASTICHE

  Le onico-plastiche rappresentano la soluzione alla onicocriptosi, ovvero l’unghia incarnita. L’intervento viene eseguito in regime ambulatoriale o day hospital in anestesia locale.

   Prevede l’asportazione della porzione laterale dell’unghia che tende a penetrare nei tessuti e all’asportazione della relativa matrice ungueale. Ciò impedisce all’unghia di riformarsi in tale sede.

   Per i casi più gravi e pluri-recidivi è riservata l’asportazione della tavoletta ungeale e la sterilizzazione della matrice. In questo modo si arresterà definitivamente la ricrescita dell’unghia.

 


   Fanno parte della chirurgia estetica i seguenti interventi
 
.: Dott. Adriano Di Matteo :.             email: email: info@adrianodimatteo.it